Vietate luci votive con pannelli solari

Domenico Crisafulli • 4 aprile 2024

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Buonasera


Oggi ho letto un articolo interessante dal titolo:

“Nei cimiteri solo luci comunali per fare cassa. Proteste e polemiche”

Questo è il titolo di un articolo di Massimo Boccucci.

L’articolo parla della polemica nata a Gubbio a seguito della decisione dell’amministrazione di vietare la possibilità ai cittadini di illuminare le tombe dei propri cari con sistemi autonomi alimentati da fonti rinnovabili.


Beh, sembra che quando c’è da prendere cattivo esempio, l’amministrazione di Itala non se lo faccia ripetere due volte.


Lo scorso 31/07 è stato approvato il nuovo regolamento comunale di polizia mortuaria, servizi cimiteriali e illuminazione votiva e, in forza di quest’atto, l’amministrazione ha provveduto a rimuovere dal cimitero di Itala tutti i sistemi privati di illuminazione votiva alimentata da fonti rinnovabili.


Sono diverse le riflessioni che è obbligatorio fare, soprattutto su un tema così delicato quale è quello della commemorazione dei defunti:


  1. Aspetto legale: il Comune di Gubbio nel proprio regolamento ha espressamente vietato l’uso di sistemi autonomi di alimentazione a batteria o pannelli solari. Al contrario il regolamento del comune di Itala riporta più generici divieti per gli utenti di intervenire, manomettere o danneggiare l’impianto di illuminazione votiva o valersi delle installazioni per adattarle ad altri sistemi di illuminazione. In sostanza vieta di manomettere l’impianto comunale ma non vieta di utilizzare un impianto completamente autonomo di illuminazione votiva (lampadina privata collegata a fonte rinnovabile privata). Certo, se avessero specificato il divieto di pannelli solari e batterie, forse tanti avrebbero sollevato obiezioni prima dell’approvazione del regolamento.
  2. Aspetto procedurale: le luci e i pannelli solari acquistati privatamente dagli utenti ed esistenti prima dell’approvazione del regolamento sono stati rimossi senza preavviso. Fortunatamente per l’amministrazione nessuno ha presentato denuncia di furto contro ignoti altrimenti rischiavamo di finire su striscia la notizia.
  3. Aspetto amministrativo: la gestione dell’impianto di illuminazione votiva è un incarico oneroso in termini di tempo, con il comune in carenza di personale, dare la possibilità ai cittadini di installare un proprio impianto (definendo certo i criteri per tutelare il decoro, questo sì) solleverebbe gli impiegati comunali dalla manutenzione e potrebbero dedicarsi ad altro.
  4. Infine l’aspetto politico, forse il più importante: sono queste le priorità dell’amministrazione? fare cassa sulle spalle dei cittadini con i canoni dell’illuminazione votiva? Come dicevo, posso condividere la necessità di regolamentare l’installazione per tutelare il decoro ma non capisco la necessità di vietarla quando tanti cittadini stavano scegliendo questa forma di illuminazione che oltre a permettergli un risparmio, tra le altre cose, non è inquinante e proviene da fonti rinnovabili.



Vediamo se anche questo video provocherà  il silenzio assordante dell’amministrazione o magari verrà data qualche risposta.


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